“Giornata mondiale dell’udito”: l’importanza della prevenzione
Istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e ormai giunta alla sua decima edizione, ogni anno, il 3 marzo, si celebra il “World Hearing Day”, la “Giornata mondiale dell’udito (e dell’orecchio)”.
Dato il significativo aumento dell’incidenza dei disturbi uditivi, l’obiettivo di questa giornata è quello di sensibilizzare i governi mondiali sull’importanza della cura dell’apparato uditivo, di prevenire le malattie dell’orecchio, diffondendo una corretta informazione sanitaria, e promuovere una vera e propria “rivoluzione” culturale.
L’udito, rappresentando una delle principali fonti attraverso cui recepiamo stimoli ed informazioni, è un senso fondamentale, nonché uno strumento d’interazione necessario per lo svolgimento delle attività quotidiane e sociali. Importante anche per il nostro senso dell’orientamento e per la nostra sicurezza, l’udito ci permette di percepire la presenza di potenziali pericoli.
Perdita dell’udito: tra calo fisiologico e rischi prevenibili
Il calo della capacità uditiva è una problematica comune che colpisce soprattutto le persone oltre i 55 anni di età, anche a causa dell’invecchiamento fisiologico a cui sono soggette le strutture dell’orecchio.
Non tutti sanno, però, che gli stimoli sonori mantengono il cervello attivo ed è anche per questo motivo che in età avanzata bisognerebbe poter contare su un buon udito. Negli ultimi anni, tuttavia, si è registrato un abbassamento della soglia di età nel manifestare problemi uditivi, un dato allarmante e probabilmente causato da una sempre maggiore e crescente esposizione al rumore, principalmente negli ambienti ricreativi. Ciò ha portato l’OMS a prevedere che, a causa di tali abitudini, oltre un miliardo di giovani di età compresa tra i 12 e i 35 anni rischia di perdere l’udito. L’esposizione prolungata a suoni ad alto volume ha portato anche a considerare come i deficit uditivi comportino conseguenze negative sull’istruzione e sul mondo del lavoro, riducendo notevolmente le prospettive di occupazione.
Udito: i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
Secondo gli esperti dell’OMS circa il 5% della popolazione mondiale convive con una perdita uditiva e le stime prevedono che, entro il 2050, una persona su quattro svilupperà una forma di diminuzione dell’udito.
In Italia sono 7 milioni le persone con problemi uditivi: il 54% non ha mai effettuato un controllo specifico e solo il 25% di coloro che potrebbero averne bisogno usa l’apparecchio acustico (nonostante l’87% di chi ne fa uso dichiari migliorata la propria qualità di vita).
Evidenze cliniche stabiliscono anche che oltre il 60% dei problemi di udito potrebbe essere identificato e affrontato a livello delle cure primarie attraverso l’integrazione tra il medico specialista e i servizi di assistenza primaria, operazione che condurrebbe a inconfutabili vantaggi alla persona. Gli stessi studi clinici evidenziano, inoltre, che la perdita uditiva non affrontata incide sull’economia planetaria con un costo pari a 980 miliardi di dollari all’anno nel settore sanitario. Maggior motivo per cui si è resa necessaria l’istituzione della suddetta giornata a livello mondiale.
I benefici del trattamento osteopatico
Dall’ipoacusia, alla labirintite, alle otiti, all’acufene, sono numerose le patologie a carico dell’orecchio, interessandone la parte esterna, o quella interna. Cause e sintomi sono di varia origine e natura, ma possono essere trattati preventivamente attraverso un approccio osteopatico.
Le tecniche manipolative dell’osteopatia possono, difatti, ripristinare il normale movimento delle ossa temporali, così come dell’intero meccanismo cranico. Possono, inoltre, migliorare il drenaggio linfatico, modificando l’apporto di sangue arterioso, e il drenaggio venoso, portando di conseguenza ad un incremento del fluido nell’orecchio medio, riducendo così il rischio di infezioni. Le manipolazioni osteopatiche, inoltre, sono utili al trattamento di ulteriori disturbi dell’orecchio, come le vertigini.
L’osteopatia può aiutare nella prevenzione di questi fastidi sia all’apparato uditivo, che a quello vestibolare e propriocettivo, che sono responsabili dell’informazione sullo status di accelerazione e posizione della testa e del corpo nello spazio.
Le tecniche manipolative eseguite dall’osteopata, finalizzate al riallineamento dei segmenti vertebrali e alla normalizzazione delle tensioni muscolari, possono sicuramente apportare benefici alle persone affette da acufeni, ridurre notevolmente i fattori di stress e, conseguentemente, migliorare la qualità della vita.
Disturbi “ATM” e l’approccio dell’osteopata
Anche il manifestarsi di disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM), può provocare mal di orecchie, oltre che cefalea, mal di occhi e mandibola che si blocca. Per questi disturbi recettoriali il trattamento di designazione è l’osteopatia, la quale, interpretandone i segnali e comprendendone i bisogni, permette di intervenire sul sistema nervoso autonomo.
Escludendo problematiche più gravi, l’osteopata cerca di individuare le aree che creano un disequilibrio al corpo. Attraverso un approccio globale e olistico svolge un lavoro sulla colonna vertebrale, aiutandola laddove presenti una riduzione della mobilità, sul riequilibrio dell’apparato muscolo-scheletrico e del sistema cranio-mandibolare. Grazie alle manovre correttive, l’osteopata inquadra le esigenze del paziente, creando il programma terapeutico più adatto.
Sottovalutare l’importanza della sfera uditiva e atri problemi legati alla salute dell’orecchio è un errore, poiché si tratta di fattori in grado di influire sulla qualità della vita. Quando si presentano, non hanno soltanto un effetto sulla singola persona, ma colpiscono anche il contesto familiare, la vita sociale e la sfera relazionale e per queste ragioni diviene importante prevenire ed intervenire su disturbi e patologie, così da anticiparne e mitigarne i potenziali effetti negativi sulla vita di tutti i giorni.